La prima pietra di questa chiesa fu posta, su iniziativa del sacerdote don Domenico Maria Siciliani, il 7 maggio 1823, come riferisce una lapide murata all’esterno, in corrispondenza dell’area absidale.
Il sacerdote, avvalendosi del solo ausilio dei fedeli, affidò l’esecuzione architettonica allo scultore Francesco Morani di Polistena e ai due figli Vincenzo e Fortunato e l’esecuzione materiale ai Tigani e ai Rovere.
Il luogo era lo stesso in cui un tempo sorgeva una piccola chiesa dedicata alla Madonna del Rosario, documentata nei registri parrocchiali sin dal 1665 e distrutta dal terremoto del 1783.
L’architettura è di stile neoclassico con pianta longitudinale, facciata tripartita con due campanili a torre quadrata, aperti da monofore, e cupole esagonali a cuspide. Sulla facciata è stata posta una croce, opera del maestro Domenico Greco di Serra San Bruno, mentre la nicchia tra i due campanili ospita una statua, in marmo bianco di Carrara, della Madonna col Bambino, opera dello scultore polistenese Francesco Jerace. Il portale è sormontato da un finestrone.
Sottoposta a tutela monumentale, ai sensi della legge n. 1089 del 9-6-1939, fu elevata a parrocchia l’11 febbraio del 1953, affidata al parroco Don Domenico Tropeano, ed a santuario nel 1999, con un decreto del Vescovo S. E. Domenico Crusco.
La chiesa, a croce latina, presenta l’interno a navata unica con due cappelle formanti transetto e abside semicircolare, soffitto in legno con volta al di sopra della navata e catino sopra l’abside.
Tra le opere d’arte custodite ricordiamo la statua lignea della Madonna del Rosario, sita sull’altare maggiore; il fonte battesimale in marmo Fior di pesco con base e sottogradino in marmo Portoro e il gradino in marmo Trani; i tre grandi dipinti della parte centrale del soffitto, risalenti al 1836 ed opera degli esponenti della cosiddetta “scuola di Monteleone” Stefano Colloca e del figlio Antonio. Essi rappresentano, in ordine dall’interno all’esterno: l’ ”Adorazione di Gesù Bambino”, l’ “Incoronazione della Vergine”, la “Disputa di Gesù al Tempio”.
Sui fianchi destro e sinistro del soffitto si trovano le opere di Brunetto Aloi, con episodi della vita di Gesù e scene tratte dall’Antico e dal Nuovo Testamento.
Di grande pregio è il portone in bronzo, di recente fattura, donato dalla Banca di Credito Cooperativo di Cittanova, sul quale, a rilievo sono narrate le scene del nuovo Testamento. È Suddiviso in 8 formelle rettangolari nelle quali vengono raffigurati i “Misteri della luce”, gli ultimi in odine di istituzione e voluti da Papa San Giovanni Paolo II.