A Cittanova si contano ben 10 chiese, tra cui la chiesa Matrice, dedicata a San Girolamo. Come scrive il De Cristo nelle «Prime memorie storiche di Cittanova», essa fu costruita dopo due lustri dalla memorabile catastrofe del terremoto del 1783.
Ѐ una delle due parrocchie del paese, insieme alla chiesa santuario dedicata a Maria Santissima del Rosario.
L’opera venne portata avanti da Maria Antonia Grimaldi Serra, per rendere gli ultimi onori alla madre, la principessa di Gerace Maria Teresa Grimaldi, morta a causa del terremoto, le cui spoglie – traslate dal diroccato convento dei padri alcantarini nel 1793 – riposano nella Cappella dell’Immacolata, all’interno della chiesa stessa. Tra le notizie di cronaca della Congregazione del Preziosissimo Sangue della Chiesa Matrice – Parrocchia di S. Girolamo, leggiamo una nota, a firma del priore Camillo Palermo, riguardante il seppellimento dei cadaveri che, ab immemorabili, si eseguiva in apposita fossa carnaria (dietro la porta maggiore della Chiesa).
La chiesa ha un’architettura ottocentesca, dalle forme pseudo-barocche. In origine era a navata unica, in seguito vennero aggiunte due navate laterali e rifatto l’interno in stile neoclassico.
La grande campana della Matrice, fusa nel 1303 e rifusa nel 1819, ad opera del priore del tempo Giuseppe Antoni Zito, porta l’immagine di san Girolamo e vuole la cronaca che fosse della chiesa madre di Curtuladi, feudo di cui il santo era il Protettore, per volere dei Grimaldi.
Bella ed espressiva la statua dell’Immacolata, incoronata Protettrice di Cittanova l’8 Dicembre 1926. Degno di rilievo il oro pure in legno ed i vari dipinti che ornano il soffitto, opera del pittore cittanovese Girolamo Raso.
Sul sagrato della Chiesa è posta la statua in bronzo raffigurante la Madonna con il Bambino dell’artista cittanovese Michele Guerrisi.
Pregevole il portone in bronzo inaugurato il 25 luglio 2009, donato dalla Banca di Credito Cooperativo di Cittanova, opera dell’artista Alessandro Mutto, la cui grande scena d’insieme è ispirata dalle parole dette da Papa Benedetto XVI, parlando dell’opera e della vita di S. Girolamo in un’Udienza Generale nel 2007.
Veramente bella e di magnifica fattura la statua in legno scolpita a tutto tondo e dipinta al naturale del Protettore S. Girolamo, opera settecentesca dello scultore del legno Domenico De Lo¬renzo (1742-1812). Scolpita su legno di tiglio, è notevole per la precisa anatomia, per l’armonia delle linee e per la profonda espressione umana.
Questa opera è catalogata nell’ « Inventario degli oggetti della Calabria » (R. Poligrafo 1939 pagg. 28, 278). Alla base della statua v’è lo stemma gentilizio dei «GRILLO» nobilissima famiglia della città di Oppido Mamertina, a ricordo del valido contributo per tale opera dato dall’eccellentissimo don Domenico Grillo, Vicario generale dei Beni della Casa Feudale Grimaldi. Il santo, raffigurato nel deserto, dove si era ritirato sia per vivere la sua vocazione da eremita, sia per attendere alla traduzione della Bibbia, viene mostrato senza l’abito e con il galero (cappello) cardinalizio gettato in terra a simbolo della sua rinuncia agli onori. Si vedono inoltre il leone cui tolse la spina dal piede, un crocifisso a cui rivolge l’adorazione, un teschio come simbolo di penitenza e la pietra con cui era solito battersi il petto. Sebbene l’abito rosso da cardinale sia stato molto usato nelle rappresentazioni pittoriche del santo, non è storicamente possibile che egli sia stato cardinale, poiché l’istituzione è altomedievale.Pure in legno e dello stesso De Lorenzo, il Cristo Risorto e le magnifiche statue conosciute con il nome di « Varette » che ricordano le fasi della Passione di Nostro Signore, opera dello scultore napoletano Francesco Biangardi.